L’installazione è un’opera d’arte nella quale vengono impiegati differenti media organizzati in uno spazio nel quale il fruitore è nello stesso tempo spettatore ed attore. Oltre ai fruitori e ai media, l’ambiente espositivo è essenziale.
A Calcata ora questo spazio esiste. Curato da Annita Cardile. E’ il MAITRI, parola che in sanscrito vuol dire amicizia, benevolenza.
E’ ricavato in un ambiente antico di secoli, forse arcaico. Uno di quei innumerevoli locali che ancora oggi esistono al di sotto del suolo di calpestio di questo bellissimo borgo medievale.
I media, gli elementi dell’installazione, sono i miei piatti circolari e il quadrato di base su cui essi poggiano. E’ un tentativo di armonizzare lo spirito con la materia, una specie di rinascimentale coincidenza degli opposti. L’uomo vitruviano, considerato l’essere umano collegato al divino, è inscritto in un quadrato e inserito in un cerchio.
Quest’ultima forma geometrica è simbolicamente vista come elemento di collegamento tra il principio e la fine mentre il quadrato è considerato l’arresto del dinamismo e il simbolo della terra. Nei piatti, all’interno della cornice nera, che pur chiudendo esalta il contenuto, vi sono, a volte presi da mie precedenti ricerche, segni e colori raccolti in una fascia centrale significativa.
Da sempre sono attratto dalla geometria e dalla razionalizzazione della forma. Come avviene per la musica, anche nell’arte figurativa, la matematica e la geometria possono generare poesia.
Nell’installazione c’è la volontà di realizzare un’opera che possa esprimere un’idea costruttiva e non distruttiva della vita e dell’arte. Spero che il visitatore individui un collegamento armonico tra cielo e terra e riconosca un’idea di una certa bellezza che cerca di opporsi al linguaggio quasi sempre drammatico, forse anche a ragione, dell’arte di oggi.
Un particolare ringraziamento ad Annita Cardile che con passione e determinazione ha aperto questo spazio culturale e che ha voluto inaugurarlo con una mia opera
Giovanni Carpentieri
Giovanni Carpentieri
ICONE
28 maggio - 12 giugno 2022
Le icone esposte sono state realizzate tra il 2000 e il 2007. In esse, rispetto alle opere precedenti nelle quali spesso compariva un ovale, viene isolata la parte verticale centrale che diventa un asse portante intorno al quale girano gli eventi e che prende energia dall'alto e dal basso.
Una struttura complessa, arrichhita dall'oro e dai colori, che ha la valenza doi un menir, di una colonna, di una torre, di un campanile, di un "albero della vita".
E' l'iodea dell'asse dell'universo connesso con l'energia vitale, che collega il cielo e la terra presente in molte religioni e mitologie.
Roberta pugno, a proposito di questi elementi verticali scrive: "... spine dorsali di fierezza in cui l'artista concentra le sue tantissime esperienze, i suoi rapporti, i suooi frequenti viaggi in Oriente... l'urgenza di tenere dentro di sè, attorno all'asse d'oro che li struttura, stratificazioni di colori e di macchie lucenti...sono torri, obelischi o antichissimi menhir.
Giovanni Carpentieri